Il Palazzo Ducale

Il Palazzo Ducale

Dal Castello al Palazzo

L’ingresso monumentale del palazzo ducale, oltre la rampa che supera il fossato, sorprende da lontano con il suo verde portone dietro il quale puoi apprezzare con stupore la geometria del cortile e la sua elegante scala a tenaglia con putti in marmo che conduce al ricco loggiato superiore. A destra svettano le alte palme del Giardino Tripoli e al di là dei torrioni merlati si estende il Giardino della Sasseta, una fresca passeggiata tra lecci ed abeti che conduce all’incantevole lago sotterraneo.

 

Il Palazzo Ducale sorge sul luogo meno difeso naturalmente e proprio per questo ospitò elementari opere di difesa e fortificazioni fin dal periodo preromano. L’area fu resa ancora più inaccessibile con il taglio della lingua di tufo che la collegava alla sottostante via di accesso, taglio che ancora oggi è visibile nella parte posteriore del palazzo, dove è stato realizzato un giardino e un ninfeo scavato nell’originario banco di tufo. Per tutto il Medioevo il Castello, cinto di mura dagli alti torrioni merlati, rimase sotto il dominio dello Stato della Chiesa e fu affidato alle famiglie nobiliari per assolvere ad una duplice funzione: di difesa dall’esterno e di controllo della Città che ormai si era sviluppata ai marginidel pianoro, tanto che l’entrata principale al borgo rimase attraverso la fortezza fino alla fine del XVI secolo. Dal 1400 cominciarono i lavori di smantellamento della Rocca e di trasformazione dell’edificio in una residenza signorile con importanti interventi realizzati da Antonio da Sangallo il Vecchio per volere delle famiglie Borgia e Della Rovere che chiusero la parte posteriore del castello con alte mura, mantenendo sulla strada un unico accesso. Con la famiglia Altemps, e in particolare per volere del Cardinale Marco Sittico Altemps che acquistò il castello nel 1579 da Fortunato Madruzzo destinandolo a suo figlio Roberto insieme al ducato e al titolo nobiliare, l’edificio subì ancora profonde e significative trasformazioni, probabilmente con l’intervento del Vignola che allora lavorava per la costruzione del Palazzo Farnese di Caprarola. La struttura attualmente si presenta molto rimaneggiata, ma organica nella sua struttura architettonica, sfruttando appieno tutta l’area irregolare su cui sorge. Si impone con le sue geometrie su tutto il borgo e fu resa ancora più maestosa dal Duca Luigi Hardouin all’inizio del XIX secolo, che si preoccupò di comprare e abbattere le vecchie case di fronte al palazzo per realizzare una via di accesso spettacolare, corrispondente all’odierno corso duca Luigi, che terminava in un’ampia piazza e permetteva di godere appieno della sua residenza. L’accesso monumentale con il grande portale in travertino sormontato dagli stemmi compositi degli Altemps e dei Della Rovere si trova all’estremità di una rampa che supera il fossato, ricordo delle prime strutture difensive e che oggi ospita un bellissimo esempio di giardino all’italiana. Oltrepassato il verde portone si entra con stupore nel cortile quadrato lastricato con ciottoli e illuminato dall’elegante scala a tenaglia con putti in marmo che incornicia una fontana con mascherone e lapide commemorativa. Attraverso la scala si sale al delicato e arieggiato loggiato superiore dove una collezione di statue e busti in marmo risalta sulle pareti dipinte con i colori della terra. Un bellissimo tavolino apparecchiato con sedie in legno intagliato accoglie gli ospiti che possono godere delle bellezze dell’edificio affacciandosi dal loggiato e dalla grande finestra quadrata che guarda sul ninfeo retrostante. Dal loggiato si accede alla parte nobile e alle stanze ancora oggi utilizzate per la residenza della famiglia Hardouin di Gallese. Tutte le sale, affrescate e arredate con mobili e suppellettili originali, hanno un nome: c’è la stanza delle icone russe, il salone delle armi, decorato con affreschi di battaglie e una collezione di armature, la sala degli uccelli di porcellana, dei cristalli e quella del tragico amore, probabilmente a ricordo della duchessa Violante uccisa nelle segrete del castello dal marito Giovanni Carafa con l’ingiusta accusa di tradimento. La terribile vicenda della triste duchessa di Paliano fu romanzata da Stendhal ed ancora oggi il suo ricordo aleggia tra le mura del castello. Dal composto cortile del piano terra si può accedere ai locali di servizio con soffitti a volta affrescati con elementi floreali alternati a stemmi delle casate Medici, Altemps e Della Rovere: l’ufficio, la gradevole gipsoteca che custodisce calchi in gesso di statue in marmo e il prezioso archivio che conserva importanti documenti familiari. Sulle alte mura svettano le altissime palme del giardino Tripoli, realizzato dopo la conquista della Libia, su cui si aprono un lungo portico incorniciato da edera rampicante e altri locali di servizio, di deposito e dispensa, in cui fanno mostra di sé i grandissimi tappeti e i sontuosi cornicioni dei caminisotto caldi soffitti a cassettoni in legno. Dal camino di ronda del castello si può godere di un panorama mozzafiato e ininterrotto su tutto il paesaggio che circonda il borgo. Al di là delle mura del palazzo, nella ombrosa forra, si estende il giardino Sasseta, un paesaggio incontaminato, quasi idilliaco, con abeti, lecci e castagni che accompagnano il visitatore per tutto il percorso fino a raggiungere il suggestivo piccolo lago sotterraneo scavato all’interno di una grotta naturale e creato dal gocciolio continuo proveniente dalla sorgente sopra la roccia.

 

Informazioni turistiche

Il Palazzo è situato in Piazza Castello, nel centro storico di Gallese.
È Inserito all’interno della Rete dimore storiche del Lazio che organizza calendari di aperture: www.retedimorestorichelazio.it
Il Palazzo è di proprietà privata ed è abitato dalla famiglia Hardouin di Gallese.

 

Testo di Giulia Accettone

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