Centro Storico
Una città sospesa nel suono della natura
Sospesa sulle forre, adagiata sul pianoro e immersa nella natura Gallese offre una piacevole passeggiata svelando i suoi tesori subito dopo l’Arco di Porta, unico accesso alla città: le Chiese, gli scoperti dietro i bellissimi portali, gli incantevoli e melodiosi affacci sulla valle disegnata dai corsi d’acqua. Le vicende storiche delle famiglie nobiliari ne hanno segnato l’architettura con mura possenti, torri e palazzi, tra cui il Palazzo Ducale che perfeziona la forma urbanistica del borgo.
A Gallese uno non ci arriva per caso. Lontana dalle grandi arterie di comunicazione, distante circa 8 km dall’attuale Via Flaminia che porta a Roma, il turista che decide di passare qualche ora nel medievale centro storico lo fa per scelta, attratto dalla sua storia, dalle sue tradizioni, da tutto ciò che un borgo così, che la leggenda vuole fondato da Aleso, figlio di Agamennone, o dai Galli, può racchiudere e svelare ai suoi occhi attenti. Gallese si presenta adagiata su di un impervio crinale di tufo, sospesa nel tempo e nello spazio, per secoli posta a guardia di un importante guado sul Tevere e del passaggio dal territorio falisco a quello sabino, sempre al centro del crocevia di cammini e soste lungo i percorsi della transumanza dai rilievi umbri e abruzzesi ed infine padrona incontrastata della Via Amerina e strenua paladina a difesa del Corridoio bizantino tra Roma e Rimini. Il suo centro storico conserva intatto il fascino e lo splendore dei secoli passati e mostra splendida e pulita su ogni lato la rupe tufacea, lasciata libera da costruzioni successive, che fa emergere ancora di più il suo delizioso skyline. Nel centro storico della città, ancora fortificato da possenti mura urbane con Torrione del XVI secolo, scopri che il solo punto di accesso è l’Arco di Porta, simbolo e destino della città, che oggi non la difende più dagli attacchi di bellicosi nemici, ma la preserva dalla frenesia e dalla confusione del traffico.
Una volta passati sotto l’arco è possibile abbandonarsi, con tranquillità, al piacere di incantevoli passeggiate a piedi tra le sue vie e vicoli, alla scoperta di torri, solidi edifici medievali e rinascimentali e vedute mozzafiato delle incontaminate bellezze naturali che circondano la Cittadina. La storia, dalla presenza falisca alla conquista romana e poi il medioevo e il rinascimento, ha lasciato segni indelebili plasmandone l’architettura e l’organizzazione urbanistica dei palazzi, chiusi in cerchi concentrici che si allargavano via via che i residenti del borgo aumentavano. Tra gli edifici e i monumenti più significativi che il visitatore può incontrare lungo l’anello più esterno vi sono: La Chiesa di San Lorenzo, la sede delle Confraternite, la Chiesa di Sant’Agostino, la più antica ed originale Chiesa di Gallese, il Museo e Centro Culturale “Marco Scacchi”, il salotto della città, il Palazzo Comunale, la sede dello scindicus Marcus Galassi, la Cattedrale, una meraviglia del ‘700, la Fontana delle tre cannelle, terminale del primo acquedotto, la Fontana della Rocca, il gallo e gli stemmi nobiliari, il Palazzo ducale, la fortezza-palazzo dei duchi di Gallese. Ma lungo la via si possono incontrare anche bellissimi palazzi nobiliari con portali e cornici in peperino o travertino e curiosi ed incantevoli scoperti, piccole oasi di verde di pertinenza delle antiche abitazioni. Su tutti emergono per bellezza il piccolo e delizioso orto interno del palazzo Massa, vicino al Museo, con un affaccio mozzafiato sul Soratte, e l’incantevole giardino interno del nobiliare palazzo Lazzari, in piazza Duomo. E che dire poi dello stupore che si prova arrivando in piazzette nascoste che svelano, come piccoli tesori inestimabili, gli splendidi affacci. I principali punti panoramici sono in largo Ascaro, vicino la Chiesa di San Lorenzo, dove si può godere del panorama verso la valle del Tevere e il Soratte e sulla Basilica di San Famiano, prezioso santuario della città.
Proseguendo sul percorso ad anello, una stradina sulla destra, poco prima di piazza del Castello, conduce in piazza Antonio Massa dove il turista viene catapultato nella natura delle forre dei Frati e del bosco della Sasseta, osservando di fronte l’Acrocoro del Pappagallo. Suggestivo è anche l’affaccio su via delle Mura Merlate, poco più avanti dopo piazza del Castello, dove lo sguardo è piacevolmente ristorato da un incorrotto paesaggio visibile a più di 180°, dal Soratte alla zona dei campi sportivi, con i campi da calcio e il palazzetto appena sotto il centro storico, fino alla nuova area di espansione urbanistica di Gallese, oltre il palazzo Ducale. Ma altri deliziosi e nascosti punti panoramici possono essere facilmente scoperti dal visitatore, che può inebriarsi nel dedalo delle stradine e ammirare tutte le sue bellezze e tutti i suoi piccoli dettagli: i profferli, gli archetti, le vecchie tubazioni in terracotta, le antiche grate in ferro delle cantine, le delicate tonalità pastello delle facciate delle case, i rubinetti e le chiusure a forma di galletto delle fontanelle, la bacheca dei mazzi di chiavi perduti, piccoli affreschi e antiche iscrizioni murate e qua e là fiori che sbucano dai muri…Nel centro storico si può godere anche di piccoli capolavori di arte culinaria: i dolcetti tipici del forno, le salsicce del macellaio, i gustosi panini degli alimentari, la crema spalmabile e altri prodotti derivati dalla lavorazione delle nocciole delle industrie di Gallese. Un allettante viaggio nei cinque sensi!
Informazioni turistiche
Si possono chidere informazioni all'indirizzo di mail: info@visitgallese.it
Nel borgo si possono chiedere informazioni presso il Museo e Centro Culturale “Marco Scacchi”, che si raggiunge facilmente seguendo le indicazioni, è aperto nelle mattine del lunedì e giovedì dalle 9.00 alle ore 12.00, nei pomeriggi dal martedì al venerdì dalle ore 16.30 alle ore 18.30. Inoltre è aperto il sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.30.
Le visite guidate sono gestite dalla Associazione Pro Loco contattabile tramite i riferimenti presenti sul sito: https://www.facebook.com/prolococittadigallese/
Testo di Massimiliano Marignoli e Simona Pirolli