Santuario di San Famiano
Una Basilica composita
Luogo di culto e di preghiera sin dai primi anni dell'anno 1000 e meta di pellegrinaggio per quanti vengono a visitare la tomba e il corpo del Santo per ricevere l'indulgenza plenaria, il Santuario con la sua facciata porticata, il suo elegante campanile e soprattutto il suo curato giardino accoglie il visitatore appena sotto la rupe tufacea. L'interno diviso in 4 navate costruite in caldo tufo locale, ha un presbiterio sopraelevato e una sottostante cripta che accoglie le spoglie di San Famiano.
Il Santuario fu costruito sul luogo di sepoltura scelto da San Famiano poco prima della sua morte, inglobandone la tomba in una struttura idonea ed adeguata a conservare le sue spoglie mortali, divenute meta di pellegrinaggio già nei primi anni dopo la sua morte nel 1150. La Chiesa fu costruita per volere della comunità intorno al 1200, ma è difficile leggerne l’architettura originaria: l’aspetto attuale è frutto di continue modifiche costruttive che alterarono il primo impianto e lo ampliarono in diverse occasioni e con interventi diversificati per rispondere alle mutate esigenze ed al notevole afflusso di pellegrini, spinti qui per pregare sulla tomba del santo e ricevere l’indulgenza plenaria concessa dal Papa sin dal 1511. Furono pertanto aggiunti sulla sinistra l’antica Cappella di San Rocco, con affreschi del 1619, da cui oggi si accede al Conventino, che era usato anche come hospitium per accogliere i pellegrini. Oggi il santuario gode di un bellissimo spazio antistante che permette una piacevole sosta, al quale si accede attraverso un grande cancello in ferro disegnato dall’artista Camilian Demetrescu con le iniziali di San Famiano. Il giardino ben curato è delimitato da alberi, siepi e fiori stagionali, tra cui una particolare e rarissima viola mammola bianca a puntini blu, che proviene dalla chiesina di San Famiano a Lungo. La facciata, di schietto stile romanico a salienti con un rosone centrale privo di decorazioni, è impreziosita da un elegante portico e sovrastata da un campanile sulla destra. L’uso del locale tufo rosso a scorie nere e del peperino donano sfumature color terra che ben si sposano con la vicina rupe tufacea, mentre qualche inserto di bianco travertino locale nelle colonne crea piacevoli punti di luce cangianti al sole. L’impressione che si ha entrando nel Santuario dal portone centrale, contornato da un’ampia cornice in peperino e sovrastato da una lunetta con affreschi trecenteschi, è quella di una struttura di chiara impostazione romanica, con un pavimento in cotto che si integra perfettamente al colore interno, ma rimaneggiata nel tempo probabilmente anche per adeguarsi all’irregolarità del terreno, un banco tufaceo scosceso a ridosso del centro storico, declinante verso il sottostante fosso. La Chiesa, essenziale nelle pareti in tufo e nelle colonne in travertino bianco, che dividono le quattro navate, si presenta scarsamente illuminata, la luce entra solo dal rosone centrale e da piccole aperture laterali in alto sulle pareti. Di fronte l’alto presbiterio dona movimento con il suo arco trionfale che sovrasta la cripta sottostante, leggermente fuori asse rispetto alla navata centrale. Sul presbiterio si apre la sacrestia, destinata al servizio per le funzioni religiose, dalla quale è possibile godere dell’affaccio sull’antico orto del convento annesso al santuario, una deliziosa area verde delimitata da mura in tufo. La sacrestia ospita preziosi paramenti sacri, con immagini di San Famiano, e le tele di juta del 1754 di Ginesio del Barba con scene della vita del santo colorate con sughi di erbe, che venivano esposti sulle pareti della navata centrale durante i giorni di festa. Nell’abside poco pronunciata del presbiterio venne realizzata dal pittore gallesino Publio Muratore una grande opera con San Famiano in gloria, in occasione degli ultimi interventi di restauro della struttura nel 1950, quando fu sistemato tutto il presbiterio, costruito nei primi anni del Cinquecento.
Il restauro permise il rinvenimento, a sinistra e a destra dell’abside, delle nicchie con affreschi del XVI secolo eseguiti dalla scuola del Pastura, riconducibili a due antichi altari del Cinquecento: l’Altare di Sant’Antonio Abate e quello di San Giuliano l’Ospedaliero e Santa Chiara. Nelle navate laterali si aprono cappelle con affreschi e dipinti che testimoniano la varietà stilistica degli interventi per la loro architettura e soprattutto per le loro decorazioni: una cappella della Pietà sulla controfacciata a destra del portale centrale con affreschi del XVI secolo di scuola viterbese, una cappella sulla navata laterale sinistra dedicata a San Carlo Borromeo, particolarmente caro alla comunità e legato alla famiglia ducale, con dipinti e stucchi del XVII secolo e l’altare di San Famiano costruito nel 1620 nello spazio antistante la ferrata che separa la cripta dalla navata, in posizione ribassata. Sotto il presbiterio, raggiungibile da due scalinate laterali, si apre la cripta che ospita il corpo del santo, originariamente sepolto nel banco di tufo contornato da un muretto in peperino, e nel 1633 da una cassa di legno di cipresso, dono della duchessa Angelica Medici Altemps, oggi il corpo è conservato in un sarcofago in marmo bianco con intarsi policromi donato dalla duchessa Feliciana Sylva Altemps nel 1732. Attraverso il vetro si può vedere tutto il corpo protetto da una lamina metallica sagomata e il volto del santo, opportunamente sistemato nei secoli e appoggiata su un codice decorato.
Informazioni turistiche
Il Santuario si incontra ben visibile lungo la strada provinciale, poco sotto il centro storico.
Venendo dalla Flaminia (SP150) e percorrendo Strada Provinciale 34, si incontra sulla sinistra, poco prima dell’incrocio per Corchiano. Se la chiesa non è aperta, chiedere al parroco presso il Duomo.
Il Santuario è aperto nei giorni dei Festeggiamenti in onore di San Famiano: per la celebrazione della novena dal 29 luglio al 6 agosto dalle ore 20.30, e nei giorni 7 agosto dalle ore 20.00 e 8 agosto dalle ore 7.00 alle ore 12.00.
Nel mese di novembre 2023 il Santuario sarà aperto con il seguente calendario:
Sabato 4, 11, 18, 25 dalle ore 14.00 alle ore 17.00
Domenica 5, 12, 19, 26 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00
Testo di Remo Giardini