Gallese paese dell’acqua

Gallese paese dell’acqua

Il fascino ed il fragore della natura

Le cascate di Gallese di origine naturale si sono formate in epoca preistorica, nel punto in cui l’acqua dei torrenti, a causa di discontinuità nel loro corso, sono precipitate nei fossati originando a loro volta piccoli ruscelli o laghetti più o meno profondi. A volte più discrete e incastonate nella roccia, come le Cascate dei Frati, altre volte con una gettata più ampia, come quelle di Fosso Cupo, sono tra le meraviglie naturalistiche più ricercate e nascoste del territorio gallesino.

Le cascate generalmente si formano lungo i corsi dei fiumi o dei torrenti perché una parte del terreno in cui scorrono è meno resistente all’erosione rispetto alla parte più a monte, così, col passare del tempo, si forma un dislivello fra le due parti riempito da una cascata. In alcuni casi, la formazione della cascata può essere istantanea e immediata a causa di processi geologici molto violenti, come terremoti o eruzioni vulcaniche: ciò è avvenuto per le cascate di Gallese, formatesi dopo l’eruzione vulcanica del Vicano e del Cimino durante il Pleistocene. Il territorio di Gallese, geologicamente e morfologicamente ben predisposto alla tortuosità dei suoi numerosi torrenti e corsi d’acqua che sfociano nel fiume Tevere, è altresì un terreno molto adatto per i suoi dislivelli alla generazione di cascate.

La Cascata dei Frati, la più famosa del territorio, si è generata dall’erosione del piccolo torrente che ha potuto modellare a suo piacimento il morbido terreno, realizzando una piccola caverna nella parete rocciosa di sinistra, ricoperta da una delicata tenda di preziosa edera che arriva fino a terra. Il luogo si raggiunge facilmente lungo il sentiero del Giro del Pappagallo, addentrandosi direttamente nella macchia della forra, dove querce e ornielli dipingono la flora a seconda delle stagioni, contrastando con il tono sempre verde del sottobosco e delle felci. La forra dei frati regala inaspettate scoperte con altre piccole cascatelle che seguono lungo tutto il suo percorso, circondato da una rigogliosa flora ed abitato da una fauna rara e protetta, come il granchio di fiume.

La Cascata di Fosso Cupo si trova sullo stesso livello della Cascata dei Frati, in corrispondenza del Fosso Calvenzana, vicino alla località di campagna gallesina denominata “Pomaro”, presumibilmente per l’alto colle a forma di pomo che la costeggia. Per arrivare nel sito è necessario attraversare il Giro del Pappagallo percorrere Via San Francesco e giungere alla strada sterrata ripida in salita verso la rupe, costeggiata da felci, arbusti selvaggi e promontori rocciosi primordiali, risalenti ai fondali marini del Pleistocene. Il percorso è ripido ed è necessario arrampicarsi in cima alla rupe per godersi lo spettacolo della Cascata, che si estendono in verticale, gettandosi da un’altezza di cinque metri circa, formando un profondo laghetto nel fosso d’acqua pura di sorgente. La Cascata è denominata di “Fosso Cupo” perché il fosso è molto profondo e coperto dall’ombra di una fitta vegetazione collinare.

La Cascata del Rio Fratta si è formata sull’affluente del Tevere, in prossimità del confine tra le località di Gallese Scalo e Borghetto (frazione di Civita Castellana), agli estremi del territorio comunale, non molto distante dalla Centrale della SNAM (Società - Nazionale - Metanodotti). La Cascata è di notevoli dimensioni e si estende orizzontalmente in larghezza, vicino ad una vecchia stazione di pompaggio dell’acqua. Per raggiungerla si costeggia una strada di campagna lungo un terreno privato recintato. Lo scenario che ci troviamo di fronte è meraviglioso, perché siamo incantati dalla vista della massa d’acqua che si getta nel torrente e assopiti dal rumore che essa genera. Circondata da una natura incontaminata con felci, querce e vegetazione spontanea, le acque sono ricche di fauna fluviale.

La Cascata delle Radicare è quella più distante dal paese rispetto alle altre, si trova infatti ai confini con il territorio di Orte, in corrispondenza della strada di campagna che porta alla località rurale di Castel Bagnolo (frazione del Comune di Orte) dove è situato il fossato che si estende fino alle coste del Tevere in cui versa le sue acque copiose in inverno. In questa macchia, un tempo denominata Selva delle Baucche, ricca di querce, faggi e frassini, da cui gli antichi ricavavano una gran quantità di legname per la città di Roma, una sorgente di acqua alimenta una cascata che per il forte dislivello del terreno su cui scorre, realizza una ripida estensione in verticale, cadendo fragorosa nel terreno sottostante. Il percorso non è tracciato nelle mappe e resta ancora una zona selvaggia e inesplorata che attualmente presenta delle criticità nell’itinerario. Il territorio su cui insistono tutte queste cascate è un’oasi di animali selvatici: fra i mammiferi possiamo trovare volpi, cinghiali, tassi, furetti, istrici, ricci, scoiattoli, piccoli roditori; ci sono anche varie specie di volatili quali faraone, gheppi, poiane, civette, gazze ladre, merli, cardellini, upupe, barbagianni, verzellini e anche esemplari di picchio muratore. Anfibi e rettili possiamo trovarli nelle zone più paludose ed umide con la presenza di rane, rospi comuni, bisce, cervoni, ragani e vipere aspide, oltre al già ricordato e raro granchio di fiume.

 

Informazioni turistiche

Le cascate si raggiungono su sentieri di diversa difficoltà. Per la Cascata dei Frati il sentiero è agevole e non presenta particolari difficoltà, se però ci si addentra nella forra che prosegue dalla cascata il sentiero diventa più tortuoso e di media difficoltà. Il percorso per arrivare alla cascata del Rio Fratta non è particolarmente difficile, mentre per raggiungere le altre due cascate, Cascata di Fosso Cupo e delle Radicare, il sentiero risulta estremamente difficile.

 

Testo di Simona Pace