Il Tevere

Il Tevere

Il fluido pennello che ha disegnato il paesaggio di Gallese

Il biondo fiume scorre placido accanto alle dolci colline dell’Umbria verso la misteriosa e scura sagoma del Monte Soratte. In questa valle esso si adagia sinuoso tra i pianeggianti terreni coltivati che come un patchwork si alternano nei colori: qui il biondo grano, lì il verde granturco, più avanti la fresca erba medica. Proprio nel territorio di Gallese il suo percorso è brevemente interrotto dalla Diga elettrica di Ponte Felice per poi raggiungere poco più avanti il Ponte Felice di Papa Sisto V.

Il corso del fiume in perenne cambiamento, ha disegnato il paesaggio della valle di Gallese, scavando inesorabile la piana alluvionale, depositando detriti durante le sue innumerevoli esondazioni e ritirandosi poi in un alveo che non era mai lo stesso. Tutto questo lento ed imprevedibile cambiamento paesaggistico ha lasciato i suoi segni nella valle che si allunga fino a toccare le colline della arroccata Magliano Sabina e della verde Umbria, al di là del Tevere.

Le coltivazioni, suddivise nelle diverse proprietà da filari di pioppi o da alberi isolati di possenti querce, si alternano per tipologia e colorano nelle diverse stagioni la piana. Le coltivazioni prevalenti di grano, verde in primavera e dorato in estate, si affiancano a quelle di verde erba medica e a quelle dei gialli girasoli fino ad arrivare ai covoni di grano in piena estate, lasciati sui terreni come tanti bottoni rotondi in un patchwork di tessuti. A fianco dei sinuosi meandri disegnati dal percorso del fiume filari di pioppi argentati lo accompagnano in direzione del Monte Soratte che spicca sulla pianeggiante cornice di fondo. Gli alti alberi si muovono alla brezza del vento e le loro particolari foglie realizzano pittoreschi giochi di luce e colore, illuminate dalla luce riflessa sulla superficie del largo fiume. Durante la loro fioritura i pioppi spargono i loro semi in un soffice e candido cotone, che come neve imbianca tutto il paesaggio. Il carattere turbolento e torrentizio del fiume non ha permesso in tempi antichi la costruzione di abitati lungo le sue sponde, ma ciò non ha ostacolato lo sfruttamento del Tevere da parte di Gallese il cui centro dista almeno 5 km dalle sponde.

Lungo il fiume la città aveva degli approdi, la cui memoria materiale purtroppo è andata persa durante le esondazioni, e in epoca Romana, con la pax Augusti nell’Impero, da qui partivano legname della selva vicina delle Baucche, olio e vino proveniente dalle zone interne insieme all’immancabile grano tenero coltivato sui pianori tufacei. Il porto dell’Arcella che in epoca più recente si trovava poco lontano dalla Mola di Rustica o di San Sebastiano, dietro la Chiesa omonima di Gallese Scalo e nei pressi della trattoria "Del Barcarolo" dal nome fortemente evocativo, è testimonianza dell’assiduo sfruttamento del fiume, che non ha mai rappresentato netti e distinti confini, quanto piuttosto un motivo di fluido scambio tra le sue due sponde. Fino al 1500 il fiume poteva seguire il suo naturale percorso, lento fino alla città eterna, ma Papa Sisto V, che attraversò il fiume proprio in questo tratto per dirigersi a Roma poco prima della sua elezione sul soglio Pontificio, volle realizzare un’enorme costruzione per permettere di superare in sicurezza il grande letto del fiume: il possente Ponte Felice, poco distante da Gallese, costrinse così i meandri del fiume a cambiare direzione, per far scorrere le acque sotto le sue arcate.

Nella seconda metà del ‘900 un’altra costruzione mutò considerevolmente il paesaggio, ingabbiando le acque del fiume in un canale artificiale fino alla diga idroelettrica di Ponte Felice. Questa ultima enorme opera ingegneristica, di importanza strategica per la produzione di energia elettrica, fu realizzata poco prima di quella di Alviano, sullo stesso Tevere ma più a monte, e costituì anche un fondamentale supporto nella prevenzione delle piene del fiume. L’alveo da allora rimase diviso in due rami: quello artificiale taglia i terreni con una linea dritta, mentre quello naturale prosegue il suo sinuoso percorso fino a Ponte Felice. Nonostante questo intenso sfruttamento e controllo delle acque, la potenza del fiume in alcuni anni ha continuato ad inondare la valle circostante, creando una estesa zona acquitrinosa, come un lago sconfinato, suggestivo e grandioso per il turista, infausto e tremendo per i contadini e i proprietari dei terreni.

Informazioni turistiche

Per apprezzare meglio il percorso del fiume Tevere si possono raggiungere i pianori vicino Gallese.
Un primo punto di osservazione si raggiunge seguendo la strada provinciale in direzione Civita Castellana, si seguono le indicazioni per San Famiano a Lungo e per la centrale SNAM.

 Un secondo punto di osservazione si raggiunge seguendo la strada in direzione Orte e si prende la prima strada in breccino bianco sulla sinistra.

Per osservare il canale artificiale del Tevere da vicino si prende invece la strada a sinistra per andare alla Chiesa S. Sebastiano di Gallese scalo (strada S. Gratiliano), proseguendo dritto si attraversa il ponte sulla ferrovia e si arriva su strada Camillara. Prendendo la via a sinistra si raggiunge via Lungarina che attraversa il canale. Prendendo la strada a destra si può costeggiare il canale fino a strada Puntone che consente di attraversare di nuovo il canale e tornare su strada Camillara.

Un percorso che si può fare in bicicletta lungo gli argini del fiume Tevere inizia da Gallese e prosegue fino ad Orte e Otricoli sull’altra sponda, ma si percorre sugli argini costruiti dall’Enel e il percorso è su strada privata:http://www.kri.it/DIT/igino_t4/www.slowbike.info/Tevere%20tra%20lazio%20e%20umbria.html

 

Testo di Simona Pirolli