Le Tagliate
Profonde trincee scavate nelle forre per facilitare i collegamenti
Al fine di facilitare i collegamenti, diversi secoli prima di Cristo, le popolazioni autoctone idearono un sistema viario che, anziché seguire la morfologia del terreno, da noi spesso interrotto da profondi burroni, seguisse percorsi diretti che comportavano lo scavo di profonde trincee. Queste, che conosciamo con il nome di tagliate, ancora oggi fanno parte del sistema viario secondario. Il territorio di Gallese ne è ricco, in particolare in prossimità della forra del Rio Fratta.
Il territorio gallesino, come d'altra parte tutto il territorio falisco, è costellato da profonde forre e dislivelli importanti che sono attraversati da “tagliate”. Si tratta di percorsi viari che sono stati scavati a partire dall’ultimo millennio a.C., al fine di creare un sistema viario sempre più consono alle esigenze di mobilità di persone e di prodotti in un territorio che si andava popolando sempre più densamente. L’aumentata quantità di merci che venivano scambiate aveva bisogno di abbreviare i tempi di percorrenza attraverso delle vie che fossero idonee a sostenere il passaggio di carri sempre più capienti. A ridosso della conquista romana (IV sec. a.C) si ha lo sviluppo maggiore di questa tipologia di percorsi, che successivamente verranno a perdere progressivamente di importanza con la costruzione delle vie consolari, che relegarono questi percorsi alla sola viabilità locale. Nel territorio di Gallese, oltre alle imponenti tagliate che incidono i costoni della forra di Rio Fratta, ne troviamo alcune in varie località del suo territorio. In particolare si segnalano la tagliata di Loiano, quelle in località Madonnella, Costa Bianca, Costa Nera, Pontaccio, Campo e Sant’Andrea. E’ da sottolineare il fatto che a tutt’oggi ancora facciano parte del sistema viario locale. Tra le altre è esemplare la tagliata di Loiano, che presenta sulle pareti a diversi livelli le tracce del passaggio dei carri.
Informazioni turistiche
La localizzazione delle tagliate è visibile in mappa in gallery.
Testo di Goffredo Biscaccianti