La chiesa e il complesso rupestre di San Valentino

La chiesa e il complesso rupestre di San Valentino

Alla scoperta di una chiesa rupestre utilizzata da monaci

Scoperto di recente, il complesso rupestre è stato scavato in una collina tufacea che si affaccia sulla vallata del Tevere. Si tratta di un antico complesso frequentato da monaci sin dal IX secolo, scelto per la vicinanza al fiume Tevere, che era navigabile, e alla via Flaminia, frequentata arteria di comunicazione. Un ambiente diviso in due navate, absidi, nicchie, graffiti, scale rupestri esterne che portano ad ulteriori locali e tortuosi corridoi, fanno di questo sito archeologico un interessante tassello per comprendere dove e come si svolgeva la vita dei monaci diversi secoli fa.

 

La chiesa rupestre, oggetto di una tesi di laurea nel 2013, fu abitata da monaci che si stanziarono in questo luogo, chiamato “San Valentino de Strata”. Fu scelto dai monaci, sia per la vicinanza al fiume Tevere, che era navigabile, sia per la vicinanza alla via Flaminia, ma anche perchè vicino al sito “la Torricella”, una fortezza con resti sia etruschi che romani, che dista qualche centinaio di metri. Probabilmente questi luoghi in passato erano in qualche modo legati ed usufruivano entrambi  di un antico porto romano ritrovato nel fosso Rio Fratta affluente del Tevere.

I monaci in questo sito hanno dato vita  ad un piccolo monasterio (cenobio) che, a differenza degli eremi, aveva una regola che prevedeva diversi momenti di comunità. Si entra nella chiesa attraverso un rozzo ingresso, che conduce ad un ambiente diviso in due “navate”, probabilmente adibito a chiesa. Quella in asse con l’ingresso termina con un’ampia abside; a sinistra due pilastri dividono questa zona dalla navata secondaria, anch’essa dotata di una piccola abside con catino che si sviluppa fino al soffitto della cavità. Ai lati dell’abside della navata principale si aprono piccole nicchie che, probabilmente, avevano una funzione sacra. Sopra la nicchia di destra (per chi guarda l’abside) è graffita una serie di cerchi concentrici, il cui significato è ancora un mistero. A destra della chiesa rupestre si aprono altre cavità, in alto sulla parete tufacea; vi si accede tramite una scala rupestre e un breve corridoio dall’andamento tortuoso. Si incontra una prima stanza con ripiani scavati ad altorilievo, poi si sviluppa un vasto ambiente con due pilastri, una lunga mangiatoia sul lato occidentale e numerosi fori alle pareti. I pochi monaci, dunque, lavoravano, pregavano e mangiavano in luoghi comuni. La chiesa assolveva a funzioni di luogo di ritrovo per discutere l’organizzazione della piccola comunità e permetteva la preghiera comune. Dopo l’abbandono del sito da parte dei monaci gli ambienti sono stati riutilizzati da pastori.

Informazioni turistiche

Per chi vuole visitare le grotte della Chiesa ed insediamento rupestre di San Valentino arrivati a Gallese centro percorrere la strada provinciale Gallesana fino a Gallese scalo, direzione Civita Castellana e dopo circa 1 Km svoltare a destra e percorrere la strada adiacente la GSI ( Gruppo Sanitari Italia). Il sito è in una proprietà privata e per visitarlo è conveniente chiedere alla ProLoco di Gallese. Sono comunque necessari: torce e abbigliamento adeguato.

Testo di Liana Cioccolini